Le barriere alla cultura dell'innovazione a "Gestire e misurare l'innovazione 2024"
Durante la scorsa edizione di “Gestire e misurare l’innovazione”, svoltasi nel mese di ottobre, abbiamo discusso insieme ai professionisti di Egon Zehnder, Fabrizio d’Eredità e Cecilia Varzi, sulle barriere alla cultura dell’innovazione.
Secondo Hill in “Collective Genius: the art and practice of leading innovation” (2014), le persone (e le aziende) che riescono a essere più innovative sono quelle che hanno sviluppato nel tempo la creative agility, abrasion & resolution, ovvero la flessibilità nel generare idee, sperimentarle e metterle in pratica. Allo stesso tempo però a ogni elemento dell’innovazione sono collegati alcuni paradossi (entrambi gli estremi hanno un vantaggio ma hanno anche un costo!):
- learning/performance e improvvisazione/struttura, per la creative agility;
- individual/collective identity e support/confrontation per la creative abrasion;
- patience/urgency e bottom-up/top-down per la creative resolution.
Tra i maggiori ostacoli all’innovazione percepiti dai partecipanti, vi sono il fatto di dare più importanza alla performance di breve e medio termine rispetto all’innovazione e la mancanza di spazi e momenti nei quali condividere le idee. Anche una scarsa accettazione e applicazione della cultura dell’errore e la convinzione che “per fare innovazione serve cambiare tutto”, senza valutare l’opportunità di progetti pilota, rappresentano un fattore critico.
A seguire i partecipanti, suddivisi in gruppi di lavoro, si sono confrontati con energia ed entusiasmo su alcuni esempi virtuosi d'innovazione, evidenziando come siano state superate le barriere all'innovazione e convidendo per ciascun caso le lessons learned.
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